“Il Piano di Zona è lo strumento attraverso il quale i Comuni, secondo gli assetti territoriali adottati per la gestione dei servizi sociali, con il concorso di tutti i soggetti attivi nella progettazione, disegnano il sistema integrato di interventi e servizi sociali, con riferimento agli obiettivi strategici, agli strumenti realizzativi e alle risorse da attivare”
Come indicato nelle linee guida regionali, il Consorzio CISA ha avviato un ricco ed articolato percorso per la costruzione del proprio Piano di Zona descritto in questo documento, cercando fin da subito di non ridurre il lavoro ad un adempimento burocratico ma di vivere il piano come lo strumento di governo delle politiche sociali a livello territoriale.
La cultura amministrativo-burocratica tende a volte a ridurre la portata originaria di questo nuovo strumento indicato dalla legge 328/00, cercando di identificare il Piano in un “documento” che razionalizza il sistema dell’offerta e procede all’allocazione delle risorse con riferimento ad un triennio.
Il processo di costruzione del Piano di Zona ha portato a confrontarsi con questi fattori che si sono rappresentati nella complessità di dialogo nei tavoli tematici, nei limiti nella gestione del confronto, e nella difficoltà della progettazione. Tuttavia tutti questi elementi vanno tenuti in considerazione ma non devono far recedere dall’idea di fondo: il Piano di zona non è un “documento”, ma è qualcosa di “vivo”, dinamico, che deve stimolare la comunità locale, che deve non solo risponderle ed orientarla ma anche saperla interrogare. Il Piano deve avere sempre una prospettiva futura, perché deve sempre saper guardare avanti, deve essere attento a cogliere i mutamenti del territorio, non deve essere statico, e restare solo fedele notaio di decisioni magari superate dagli eventi. Questa prospettiva è fortemente innovativa e pertanto richiede tempo e fatica per essere tradotta in cultura condivisa e quindi in prassi operativa.
Il Piano di zona trova senso quindi laddove vi sia un territorio, una molteplicità di attori che in rete cercano di leggere i quesiti locali e propongono delle soluzioni che necessariamente dovranno mutare con il cambiamento dei bisogni.
Ora la rete non è qualcosa di esistente, da dare per scontato, ma è il frutto di un lavoro di condivisione di obiettivi, linguaggi, approcci. E’ quindi un bene da costruire e valorizzare, dato che l’esperienza dimostra che la partecipazione degli attori è più vivace in fase di costruzione del piano e poi tende ad essere minore.
Da queste considerazioni è nato il Piano di Zona del Consorzio CISA che si sviluppa, secondo le indicazioni regionali, con metodologia di sviluppo dell’informazione, consapevolezza, competenza, responsabilità e corresponsabilità tra soggetti istituzionali e comunitari operanti nell’ambito della solidarietà sociale a livello territoriale.
Un ringraziamento particolare va a quanti hanno collaborato e messo a disposizione il loro tempo impegnandosi e credendo in un percorso comune partecipato, concertato e condiviso, nella speranza che le energie impegnate finora siano la base per un concreto miglioramento della qualità della vita della comunità locale.